La mediazione familiare è un metodo stragiudiziale e autodeterminato di risoluzione dei conflitti. Facilita la comunicazione, gestisce e coadiuva la gestione del conflitto (in un numero limitato di incontri), allo scopo di giungere ad accordi autonomi e condivisi dalle Parti che siano duraturi e proficui per la gestione ed il benessere dei figli (se presenti). Il mediatore coadiuva la collaborazione e la negoziazione rivolgendo lo sguardo al futuro e con modalità costruttive.
La mediazione si rivolge a tutti i tipi di famiglie, sposate, conviventi, omogenitoriali, allargate, riformate, con o senza figli, ecc. SENZA PREGIUDIZIO NÈ DISTINZIONE! Il mio studio è uno SPAZIO SICURO dove verrete accolti così come e dove siete in questo momento della vostra vita.
Il mediatore familiare, chiamato in causa dalle Parti, e/o su consiglio degli avvocato delle Parti e/o in demandata dal giudice, opera affinché le Parti possano ristrutturare la relazione in funzione della bigenitorialità laddove ci siano figli o comunque nell’interesse della famiglia. Il mediatore opera nel rispetto della riservatezza e in via stragiudiziale. Il mediatore è la terza parte autonoma, neutrale, imparziale e non giudicante. La funzione del mediatore è di promuovere nelle parti un processo autonomo e autodeterminante per l’elaborazione di aspetti economici e materiali/patrimoniali in caso di accordi, ma quanto più fondamentale è la rielaborazione del conflitto in mentalità win-win ovvero la composizione degli interessi.
Ruolo da un punto di vista legislativo:
A livello legislativo il giudice può in ogni momento consigliare l’invio in mediazione familiare (tranne in casi di comprovata o allegata violenza/abuso), (L.n.54/2006 integrazione MF nel C.C. art. 155-sexiaes oggi 337-octies)
Gli avvocati sono obbligati a menzionare la possibilità di ricorrere alla mediazione familiare nel caso in cui stiano procedendo alla negoziazione assistita.
La Coordinazione Genitoriale è un metodo di risoluzione alternativa delle controversie, focalizzato sul benessere del minore, ideato negli Stati Uniti e destinato a genitori con elevati livelli di conflittualità che possono influire negativamente sul benessere psicoemotivo dei figli. Il modello adottato in Italia, noto come modello “integrato”, prevede l’intervento di un professionista imparziale nei confronti dei genitori ma focalizzato sul benessere e l’interesse del minore, adeguatamente formato, che supporta i genitori conflittuali nell’attuazione del piano genitoriale o di un programma di genitorialità condivisa. Questo intervento facilita la risoluzione tempestiva delle controversie e promuove il riconoscimento delle esigenze dei figli.
Con il consenso dei genitori, il Coordinatore Genitoriale può proporre soluzioni, fornire raccomandazioni e, entro i limiti del mandato conferito, prendere decisioni nell’interesse dei minori. Tale ruolo può essere ricoperto da professionisti provenienti dall’ambito giuridico o psicologico, purché abbiano una formazione specifica nel metodo. L’uso della Coordinazione Genitoriale è basato sul consenso delle parti, anche quando è il Giudice a suggerire alle parti in conflitto di avvalersi di questa figura.
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